Lo stile “farfalla“ (o più comune “delfino“) non è particolarmente difficile da nuotare tecnicamente, ma è certamente quello che richiede il maggior sforzo e tono muscolare, con l’aggiunta di grande fluidità e sincronismo perfetto.
Il movimento assomiglia ad una “serratura“: le mani entrano in acqua davanti alle spalle con un inclinazione di 45°, i palmi in fuori e il pollice entra per primo. Le braccia sono dritte. Segue una piccola pausa per scivolare nell’acqua.
La presa inizia dopo l’entrata delle mani in acqua. Il movimento è circolare, gomiti alti per spingere anche con gli avambracci e parte dalle dita. La spinta va verso l’esterno ed il basso. La presa continua con le mani che spingono verso l’interno, con gomiti ad angolo retto e fissi (le braccia sono al livello delle spalle).
La spinta inizia con le mani sotto lo stomaco (non si toccano mai). Gli indici sono fra loro diagonali.
I fianchi si abbassano, le mani spingono indietro fino alla massima distensione e, infine, si ritrovano in linea con le gambe. E’ il mignolo ad uscire per primo.
Nel recupero si effettua un semicerchio con le braccia, per portarle alla massima estensione davanti alla testa. Il movimento è facilitato dalla rotazione delle spalle. Il mignolo è in alto per impedire che i gomiti tocchino l’acqua. Gli arti devono essere rilassati e distesi. Il movimento aereo è quindi particolarmente veloce, anche perché manca qualsiasi effetto propulsivo.
La gambata viene effettuata mentre si riduce la velocità: alla fine del recupero delle braccia ed al momento della respirazione. La “frustata” verso il basso comporta un sollevamento del bacino, accentuato nel primo colpo anche dall’entrata delle braccia in acqua. I fianchi, invece, affondano quando le gambe sono portate in superficie.
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